Nell’accogliente spazio della chiesa del Sacro Cuore, grazie alla consueta disponibilità di don Franco, le classi 2B, 3A, 3B, 3C, 3H, 3I, 3L hanno potuto ascoltare il canto ed il racconto dell’autore, arrivato a bordo del suo furgone giallo ed accompagnato dalla moglie, la giornalista Timisoara Pinto.
L’evento è stato introdotto ed accompagnato dall’orchestra dei ragazzi del corso musicale e dal coro del corso prolungato, classi 1D, 2D, 3D, 2F, 3F e punteggiato da immagini e riflessioni sceniche che la lettura del libro ha suscitato.
L’incontro è stato possibile grazie a Domenico Sparno della libreria Culture Club Cafe ed all’impegno di docenti che hanno contribuito con massimo sforzo alla buona riuscita della manifestazione.
Alcune riflessioni a cura dei nostri ragazzi
Cosa è accaduto la mattina del 3 febbraio scorso? In realtà non sarei in grado di spiegarlo poiché l’atmosfera che si è venuta a creare era talmente ricca di sguardi, di pensieri e musica che la si può percepire solo una volta, anche se rimarrà a lungo nei nostri ricordi, “scolpita nei nostri cuori”, come avrebbe detto Primo Levi. Carmen A.
La manifestazione è stato il momento conclusivo di quasi due mesi di lavoro. È stata per noi un’emozione particolare perché dopo due anni di pandemia, abbiamo potuto lavorare insieme ai compagni delle altre classi. Paolo L.
Eravamo tutti entusiasti, ognuno aveva un ruolo importante: l’orchestra del corso musicale ha eseguito alcuni brani, noi del tempo prolungato abbiamo cantato nel coro e recitato, accompagnando le parole con immagini attentamente selezionate. È stata una bella esperienza collaborare con tanti compagni, è stato un modo per aprirci a nuove conoscenze, collaborando per il successo dell’iniziativa. Iris S.
Nel corso della manifestazione ciascuno di noi ha cercato di svolgere al meglio il proprio compito e questo ha contribuito a rendere l’occasione ancora più sentita. (…) Il fulcro di questa iniziativa è stato la lettura del libro “La fisarmonica verde” di Andrea Satta, nostro gradito ospite. L’autore ci ha raccontato di ciò che il padre gli aveva tramandato, lo ha fatto in maniera del tutto personale, coinvolgendoci e catturando l’attenzione di tutti noi. Antonella M.
I negazionisti, sia in Italia che altrove, sono tanti, direi troppi, e con la scomparsa dei testimoni diretti della Shoah, aumenteranno ancora, a meno che i ragazzi che adesso sono nelle scuole non si adoperino per evitare che ciò accada. Per questo una manifestazione come quella che abbiamo organizzato è importante. Giovanni L.
I giorni delle prove sono stati i più belli poiché piano piano ho capito l’importanza del RICORDARE. (…) Sicuramente di quella giornata ricorderò tutto nei minimi dettagli, specialmente di quando Andrea Satta ci ha parlato del libro e ha chiamato alcuni ragazzi a rappresentare direttamente quello che lui stava raccontando, è stata come una lezione di teatro. Rebecca G. – Iris S.
Non mi ero mai soffermata così tanto su questo argomento. A volte, la sera delle prove, prima di addormentarmi, mi ritrovavo a riflettere su ciò che avevamo detto e su ciò che i protagonisti di quegli avvenimenti potevano aver provato in quegli anni. (…) Questa manifestazione è stata fatta con il cuore e spero che tutto ciò che abbiamo fatto possa averci trasmesso emozioni nuove, regalandoci nuove idee e nuovi pensieri. Serena M.
La cosa che mi ha colpito è che, durante tutto il tempo che siamo stati in chiesa, siamo stati silenziosamente ad ascoltare. Questo mi fa capire che tutti hanno ricevuto il messaggio e ciò mi rende fiero del lavoro che abbiamo svolto. Alberto T.
Verso la fine è successa una cosa veramente molto bella che credo abbia emozionato tutti: l’autore, Andrea Satta, mentre cantavamo Imagine accompagnati dall’orchestra della scuola, è venuto sulla gradinata, in mezzo al coro e ha cominciato a cantare con noi, anche i ragazzi e i professori che come noi avevano letto “La fisarmonica verde” hanno cominciato a cantare e a battere le mani a tempo; come dire, eravamo tutti uniti. Hamide A.
Insomma, di tante parole ascoltate, lette, cantate, cosa rimaneva? Rimaneva l’emozione della musica, quella degli strumenti, ma anche quella dei nostri cuori. Un’emozione speciale che porterò con me anche al di fuori della scuola media. Carmen A. e Paolo L.
Leggendo il libro, è come se avessimo vissuto con Gavino S. la fame, la stanchezza, l’orrore del campo di concentramento di Lengenfeld. Paolo V.
L’incontro con Andrea Satta mi ha trasmesso la consapevolezza che la storia si studia per non commettere più gli errori del passato, come ricorda Liliana Segre a tutti noi ragazzi: “Sconfessate la menzogna e l’indifferenza, diventate candele della Memoria” Sofia P.
Al posto di Lao non avrei mai avuto il coraggio di fare un viaggio alla scoperta di un campo di concentramento: attraverso le parole dell’autore ho compreso quanta sofferenza e crudeltà hanno vissuto i deportati nei lager Rebecca D.
Andrea Satta mi ha fatto capire l’importanza del ricordo dei sopravvissuti ai campi di sterminio, soprattutto in nome di quelli che nei campi di sterminio non ce l’hanno fatta Andrea P.
“La fisarmonica verde” mi ha trasmesso sensazioni molto forti: leggendolo, mi sono continuamente chiesta come gli uomini possano essere così crudeli con i propri simili Martina G.
Il momento più bello è stato il canto finale: io ero solista con una mia compagna e, mentre cantavo, Andrea Satta si è avvicinato a me e ha cantato con me. Che gioia cantare con un cantante “vero”! Paolo V.
“La fisarmonica verde” è una storia da vivere, ricamata con estrema delicatezza, parola dopo parola, da una persona meravigliosa che ho avuto la fortuna di conoscere e che rimarrà per sempre nel mio cuore: grazie, Andrea Satta! Valeria A.
La lettura del libro e l’incontro con l’autore mi hanno insegnato che ricordare è doveroso a qualsiasi età,
per non dimenticare chi ha patito l’impensabile e l’inaccettabile! Noemi R.
Andrea Satta mi ha fatto commuovere quando ci ha raccontato di suo padre e ha invitato alcuni alunni ad
interpretare intorno a lui delle scene vissute realmente da Gavino S.: sembrava provare sulla sua pelle lo
strazio vissuto dal suo papà Flavio R.
Andrea Satta, con la sua testimonianza, ci ha trasmesso un messaggio importantissimo, profondo: non si
può discriminare e torturare chi è diverso, chi la pensa diversamente! La diversità non significa inferiorità,
ma unicità Edoardo D.